Grazie all’Architetto Alessandra Formato, che vanta una collaborazione con l’illustre Architetto Gio Ponti durante i primi anni della sua carriera, per aver scelto una delle nostre porte a soffietto di design al fine di dividere due ambienti del suo studio a Milano, riuscendo così a separare un ufficio dalla sala riunioni e contestualmente dividere l’accesso dell’antibagno. La porta a soffietto Fanoflex, in questo contesto, divide gli spazi mantenendo il design sobrio e pulito dell’arredamento ed inserendosi come parte integrante nell’ambiente.
The gallery was not found!Storia delle porte a soffietto dal 1950 ad oggi
1950 la porta a soffietto venne introdotta nel mercato italiano dalla Skanditalia (che chiuse i battenti negli anni 80); un’azienda che produceva accessori in ferro per le porte a soffietto.
1960 questo tipo di porte ebbe un grande successo; venivano usate come porte tradizionali, per divisione di ambienti o anche come ante di armadi.
1970 con l’introduzione della plastica nacque la porta a soffietto in PVC formata da pannelli estrusi.
1980 le porte a soffietto in ecopelle vennero soppiantate da quelle in PVC, principalmente per un fattore di costi ridotti.
1990 la mano d’opera ebbe un forte aumento rispetto alle materie prime e delle circa 40 aziende che producevano la porta a soffietto in ecopelle ne rimasero pochissime a portare avanti questa tradizione artigianale.
2000 anche le ultime aziende rimaste eliminarono la produzione di questo articolo tranne una che invece cercò di innovarlo e di modernizzarlo: la Fanoflex.
2010 le porte in ecopelle sono riconosciute per durata, resistenza e versatilità; si coordinano perfettamente con qualsiasi ambiente, gusto e tendenza. Per rispondere ad ogni esigenza è nato un modello autoportante che le trasforma in separè.